Adolescenti e Covid-19
- baldassarrigiorgia
- 2 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min

Che cos’è l’adolescenza e cosa succede in questa particolare fase di vita? L’adolescenza è quella fascia di età compresa tra gli 11 e i 19 anni. In questo periodo i ragazzi affrontano molti cambiamenti di natura fisica ma anche cognitiva ed emotiva. Questi cambiamenti li portano a voler scoprire, fare nuove esperienze, cimentarsi in nuovi contesti e in nuovi rapporti. Queste sperimentazioni consentono loro di conoscere meglio sé stessi e costruire la propria identità, compito di sviluppo fondamentale per ogni adolescente.Cambia anche la relazione con i propri genitori: c’è una maggiore richiesta di autonomia e indipendenza, alternata a dei momenti di un maggior bisogno di vicinanza. Si sente anche maggiormente la necessità di confrontarsi con altri adulti, con altre eventuali figure di riferimento che possono essere innanzitutto i professori, ma anche allenatori sportivi o educatori. La letteratura definisce i diversi i compiti evolutivi che i ragazzi e le ragazze devono affrontare:
- laseparazione-individuazione: l’adolescente è chiamato a rendersi progressivamente indipendente, a livello intellettuale e affettivo, dalle figure genitoriali - la mentalizzazione del sé corporeo: i cambiamenti corporei legati alla pubertà richiedono ai ragazzi la capacità di accogliere e integrare una nuova immagine corporea - la definizione-formazione di valori: l’adolescente deve mettere a punto dei valori di riferimento che orientano le sue azioni individuali, impegnato nella costruzione e nel perfezionamento di un proprio senso etico, di principi e ideali personali - la nascita sociale: è in questa fase che diventa estremamente significativa la relazione con i coetanei e con la scuola.
La scuola è oggi, per i ragazzi, l’ambiente privilegiato di sperimentazione del proprio ruolo sociale; è ricercata come ambito relazionale, di socializzazione e di valorizzazione del nascente Sé adolescenziale. Ed è a proposito di quest’ultimo compito di sviluppo che si capisce quanto sia fondamentale in questa fase il ruolo giocato dal rapporto con i coetanei. È attraverso la socialità, il confronto con i pari che gli adolescenti hanno modo di imparare a conoscersi e a definire chi sono. Questa socialità viene giocata in tanti contesti: nei centri sportivi, negli oratori, nei cinema, nelle pizzerie, ma soprattutto a scuola. È quello l’ambiente dove i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo, e dove oltre ai coetanei trovano delle figure di riferimento alternative ai genitori, che possano far loro da guida nello
svolgimento di questo compito di sviluppo. La scuola, del resto, ha due obiettivi: uno più didattico e uno più incentrato sulla formazione dei ragazzi come individui. Con la situazione sanitaria attuale e l’uso della didattica a distanza viene concesso alla scuola di svolgere solo uno dei suoi due compiti, quello che consiste nel portare avanti il programma delle lezioni. Con la didattica a distanza non si concede ai ragazzi uno spazio dove potersi formare dal punto di vista umano, personale, dove poter esplorare le proprie capacità e le proprie attitudini non strettamente didattiche. È questo che manca loro. È per questo che protestano. Con la DAD viene meno tutta la socialità, il contatto e il confronto con i propri coetanei che è parte fondamentale per lo sviluppo e la formazione dell’identità di qualsiasi adolescente. Il rischio è di un’adolescenza vissuta a metà. Uno studio condotto su 227.441 studenti con età compresa tra 11 e 15 anni evidenzia come sia in aumento il numero di adolescenti con problemi di salute mentale. A lanciare l’allarme è l’OMS in un rapporto che racchiude i dati sulla salute fisica e mentale di oltre 220mila giovani con età compresa tra gli 11 e i 15 anni e provenienti da 45 paesi dell’Europa e del Canada. Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza del Bambino Gesù di Roma spiega così la situazione attuale: «Vediamo negli anni un incremento notevolissimo delle attività autolesive e dei tentativi di suicidio: nel 2011 i ricoveri sono stati 12, nell’anno appena concluso abbiamo superato quota 300. Sebbene le statistiche ufficiali ci dicano che il numero dei suicidi è in leggero calo tra gli adolescenti, l'attività autolesiva è in rapido aumento. Mai come in questi mesi, da novembre a oggi, abbiamo avuto il reparto occupato al 100 per cento dei posti disponibili, mentre negli altri anni, di media, eravamo al 70 per cento. Le diagnosi che predominano sono quelle del tentativo di suicidio». Ma quali sono i sintomi più comuni stress correlati negli adolescenti legati a questo particolare periodo?
Sintomi fisici (mal di testa, sfoghi cutanei)
Disturbi del sonno e/o alimentari
Agitazione
Apatia
Isolamento e mancanza di motivazione
Preoccupazioni
Ansia
Evitamento scolastico
È necessario che in questo periodo i genitori monitorino i propri figli e osservino se ci sono delle variazioni sostanziali in loro. Se necessario, consiglio di rivolgersi ad uno specialista per un sostegno psicologico, visto il difficile e particolare momento storico che stiamo vivendo. Citando Alberto Pellai, sugli adolescenti ci sono due aspetti da sottolineare. Da una parte si sono imbattuti nella dimensione della responsabilità e sacrificio in maniera potente. Nulla è più impegnativo che togliere la libertà a una persona e noi gli abbiamo chiesto di stare “imprigionati” proprio in una fase della vita che per definizione è nel fuori, deve vivere di esplorazione e di relazione. Per loro, dentro questo sacrificio c’è anche un allenamento alla vita che forse come genitori del terzo millennio non avremmo mai immaginato di dover imporre, convinti come eravamo di crescerli felici, senza fatica e senza frustrazioni. È un momento di formazione che fino a metà del secolo scorso tutti facevano, nella prima parte delle loro esistenze: o si andava in guerra o si vedevano da vicino le conseguenze della guerra, c’era questa dimensione di preparazione all’adultità nel percorso di crescita. Ora, questa non è una guerra, abbiamo il frigo pieno e tutte le sicurezze che ci servono, ma certamente stiamo chiedendo loro una quantità di sacrifici impensabili pochi giorni fa e ora necessari. Stiamo chiedendo tanto e si stanno dimostrando all’altezza.
Dott.ssa Virginia Reggiani
Psicologa e Psicoterapeuta sistemico-familiare
Coordinatrice del Centro della Coccinella
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